DAL PALEOLITICO AL FUTURO

DAL PALEOLITICO AL FUTURO

La storia della Tenuta di Alberese inizia nel paleolitico, come testimoniano i resti rinvenuti nella grotte della Fabbrica e dello Scoglietto.

Al I-II secolo d.C., appartengono invece i ruderi del Ponte del Diavolo, dove l’antica via Aurelia attraversava l’Ombrone, alcuni insediamenti nei pressi del paese e alcune statue recuperate lungo il canale di Piscina Statua.

Il nome di Alberese compare nell’XI secolo, quando venne fondata l’Abbazia Benedettina di Santa Maria Alborense, destinata a dominare la storia dell’intera zona per i cinquecento anni successivi. Con la crisi dell’ordine monastico, l’Abbazia decadde e la sua lunga storia si chiude con il passaggio ai Cavalieri dell’ordine dei Gerolosimitani.

Nel 1470 Beuccio  dei Capacci, priore dell’ordine, fece costruire un palazzo fortificato, oggi la Villa Fattoria Granducale che domina il paese.

Alla fine del 1500 l’amministrazione passò alla famiglia dei Medici, fino all’avvento dei Corsini nel 1740.

A partire dal 1839 Leopoldo II di Lorena decise l’acquisto della tenuta ridotta, in quel periodo, in condizioni disperate. Fino allo scoppio della Prima Guerra mondiale i Lorena intrapresero imponenti opere di bonifica e di miglioramento delle attrezzature e dei sistemi di coltivazione.

Dall’inizio del conflitto, la Tenuta fu amministrata dal duca Pietro Lante della Rovere, fino al 1921, quando le proprietà dei Lorena, sudditi di un paese sconfitto, furono confiscate e passarono al demanio. Infine nel 1926 Alberese venne ceduta all’Opera Nazionale Combattenti e Reduci che ha gestito tutte le imponenti opere di bonifica in Italia. Nel periodo dal 1926 al 1935 furono costruite 126 unità poderali e il paese di Alberese, nel 1930 arrivarono dal Veneto i coloni a cui furono assegnati i poderi a contratto di mezzadria. Nel 1954 per opera del governo furono venduti a riscatto trentennale i poderi ai mezzadri e l’Azienda  rimase proprietaria fino alla soppressione dell’Opera Nazionale Combattenti e Reduci nel 1977 e la successiva acquisizione da parte della Regione Toscana nel 1979.